Abbazia di San Rabano
Parco Regionale della Maremma, Gr
Ore 16,00 > Passeggiata
da Alberese (cimitero) a San Rabano con Vito Mancuso (scrittore, teologo) e Enrico Pizzi (giornalista) che parlano del libro “I quattro maestri” (Garzanti) e con Carlo Citter (archeologo) e Lucia Venturi (Presidente Parco Regionale della Maremma)
Ore 18,30 > Concerto
Massimo Zamboni trio
Massimo Zamboni (chitarra e voce), Cristiano Roversi (basso e tastiera), Erik Montanari (chitarra)
Ore 19,30 > Aperitivo
con prodotti tipici del territorio: Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano, Le Tofane, Mori, Silvia Leprai
Partecipazione € 5
Per i possessori di Carta Conad la Partecipazione è € 3 (si prega presentare la carta all’ingresso degli eventi).
Massimo ZamboniCantautore e chitarrista, nome storico del punk rock italiano è stato tra i fondatori dei CCCP – fedeli alla linea e dei successivi CSI. Dal 2000 ha cominciato un periodo di sperimentazione e ricerca proseguendo la sua carriera da solista. Ha collaborato con vari artisti, tra i quali Nada, Angela Baraldi, Vasco Brondi. Ha realizzato diverse colonne sonore per il cinema e ha pubblicato sei libri tra cui “In Mongolia in Retromarcia” (con Giovanni Lindo Ferretti), “Emilia Parabolica”, “Nessuna voce dentro”.
Vito Mancuso Docente di Teologia moderna e contemporanea all’Università San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011, è collaboratore di Repubblica , Avvenire, Panorama, Corriere della Sera ed ha partecipato a programmi televisivi e radiofonici (Che tempo che fa, L’Infedele, Otto e mezzo, Farenheit, Radio 24 Ore). I suoi libri di successo , tra cui “Il coraggio e la paura” , “La forza di essere migliori” , “La via della bellezza” , hanno suscitato attenzione e dibattiti da parte del pubblico e della critica ; nel 2020 ha pubblicato “I Quattro Maestri “ in cui parla di Socrate, Confucio, Budda e Gesù.
ABBAZIA DI SAN RABANO
L’abbazia benedettina di San Rabano situata nel cuore del Parco naturale della Maremma è un complesso religioso che fu edificato intorno all’anno 1000 con il nome di Santa Maria Alborense. Nel 1307 i benedettini lasciarono l’abbazia all’ordine dei cavalieri di Gerusalemme, che iniziarono alcuni lavori di fortificazione del complesso, tra i quali anche la realizzazione della vicina torre dell’Uccellina, con funzioni di avvistamento verso il mare aperto. Verso la metà del XV secolo i Senesi fecero smantellare le fortificazioni; Santa Maria Alborense fu poi abbandonata alla metà del secolo successivo e divenne il luogo prescelto dall’ eremita Rabano, poi beatificato , da cui ha preso l’attuale nome. Il complesso fu definitivamente abbandonato nel Cinquecento e da allora andò incontro ad un lunghissimo periodo di degrado terminato sul finire del secolo scorso quando ebbero inizio i lavori di restauro terminati nei primi anni del nuovo millennio.